Di fronte ai nuovi rischi globali e emergere di nuove forme di nazionalismo, nasce esigenza di ritornare alle fonti dell’impegno di sensibilità politiche oggi per lo più d’opposizione, e tentare di collegare i concetti di « Progressismo » e di « Partito ». Riformuliamo quindi titolo : « Progressisti gloabli : chi siamo ? cosa ci unisce ? ». Per tentare risposta, propongo di prendere l’esempio di un « non-partito » Francese, altamente ispirato e mosso dai valori del « Progressismo » : il movimento En Marche di Macron. L’analisi di un movimento Francese sembra pertinente perché (a) il concetto di « Progrès » é nato in Francia, con la Rivoluzione francese, per poi (b) allargarsi e globalizzarsi, diventando uno dei capisaldi di tante democrazione contemporanee.

(a)
Il « Progresso » é concetto prettamente Europeo, nato in Francia coi philosophes che ispirarono la Rivoluzione del 1789 (e che peraltro non erano tutti Francesi : erano anche Italiani, Inglesi, Tedeschi, Olandesi, …, e c’era pure almeno un americano, diventato poi presidente dei neonati Stati Uniti d’America). In primo luogo, il « Progresso » é legato al concetto di Industria, di manifattura, ma soprattutto nel senso di una nuova divisione del lavoro comune che crea benessere e plusvalenza economica e sociale per chiunque partecipi al processo. La società, intesa come comunità di persone che si cercano un destino comune, e anche come impresa (impresa personale, comune, umana), é quindi al centro del concetto di Progresso, perché un progresso non é tale se non include una tecnologia nuova, nata dalla collaborazione, una disseminazione di conoscenza e una capacità incrementale dovuta all’apprendere, al fare apprendere e allo stare insieme.

Nel progetto politico di Macron, che é progressista, l’Educazione é al centro perché solo il sapere e la conoscenza condivisa consentono di progredire. Macron, da uomo di Stato e dello Stato, va poi oltre il progetto politico di progresso sociale, ed introduce il concetto di « Stato progressista ». Che cos’é lo Stato Progressista nell’approccio Macroniano alla politica ? E’ lo Stato « incubatore » d’imprese (imprese economiche, ma anche imprese sociali : vedasi dibattito in corso sulla legge detta PACTE). Nel concetto di Progresso alla Macron lo Stato svolge quindi un ruolo fondamentale, perché é il catalizzatore e a volte pure l’ispiratore del progresso tecnologico, che diventa anche progresso sociale.

Un partito (quale La République En Marche) é un movimento politico (En Marche) che accede a responsabilità pubbliche, ritrovandosi quindi a dover gestire uno Stato. E qui la vera sfida é continuare a mantenere viva la fiamma (il concetto fondatore di Progresso) quando il movimento si trasforma, e da movimento politico diventa un partito. Un partito progressista é quindi un luogo di :
• Educazione
• Collaborazione
• Condivisione della Conoscenza
• Innovazione incrementale
• Apertura al cambiamento e al mutamento (anche tecnologico, oltre che sociale)

Il progetto di Macron, alla fine, é un progetto educativo, oltre che un metodo per gestire uno Stato moderno. Trattasi di un progetto d’educazione al cambiamento perenne, alla crescita personale e sociale e, quindi, al Progresso individuale e collettivo.

(b)
Noi ai Francesi vogliamo bene, ma la famosa Rivoluzione del 1789 non l’hanno fatta solo loro: l’abbiamo fatta in tanti, in ognuno dei nostri paesi. Il Progresso non é quindi solo un concetto franco-francese, ma un pensiero ed un ideale quantomeno Europeo, se non globale: alcune esperienze Latino-Americane (il Brasile di Lula), o Statunitensi (l’America d’Obama), o ancora la Nuova Zelanda di Jacinda Ardern, ci invitano quindi a lasciare da parte la nostra abituale arroganza Europea (quella che ci fa dire che le democrazie di tipo Europeo sono la migliore forma di governo che esiste, oppure che i diritti individuali dell’uomo e della donna possono imporsi con la forza a tutti/e, anche a chi ha una concezione meno individualista dello stare insieme e del vivere in comunità socialmente coese e solidali).

Globalizziamo quindi il concetto di Progresso, lasciando per un attimo da parte il nostro bell’ego da Europei convinti. Cosa ha funzionato, e cosa no, nel Brasile di Lula e nell’America di Obama ?

Il Brasile di Lula é un paese dove la povertà e la violenza erano e sono ancora purtroppo a dei livelli che noi, in Europa, non immaginiamo neppure (andarci per credere). In Brasile ci sono i ricchi (spesso tanto ricchi, e molto pochi), i medio-ricchi (una categoria di persone che é aumentato tra 2003-2010 sotto Lula, ma che ora torna a spopolarsi), i poveri e i miserabili. In Europa abbiamo le 3 prime categorie (ricchi, medi e poveri), ma ci manca l’ultima, il miserabile (il miserabile é quello che ti uccide perché ha fame). Nel Brasile di Lula, che é un paese per certi aspetti ancora « proto-industriale » (industria molto diffusa, ma inferiore in termini di contributo alla ricchezza nazionale di quanto non faccia l’agricoltura ; quest’ultima molto « industrializzata », invece), il concetto di Progresso viene un po’ annacquato da vari fattori :
• industria Brasiliana poco efficiente e divisione del lavoro (intesa come giusta remunerazione del lavoro prestato al processo manifatturiero) che va migliorata (non é caso : Lula nasce come sindacalista) ;
• povertà ancora troppo presente
• priorità (quantomeno per Lula) dare prima da mangiare a tutti/e (famosa Bolsa Familia di Lula), per permettere poi a pance piene e teste libere dai morsi di fame di : i. educarsi ii. lavorare iii. avere una vita comunitaria e sociale appagante.

Il Progressismo di Lula é quindi più un Socialismo progressista (si mettono in comune i beni di prima necessità : cibo, acqua, accesso a servizi minimi indispensabili, sommaria educazione, leggere, scrivere, contare) che un Progressismo all’Europea (dove, nonostante allarmanti tassi d’analfabetismo di ritorno e dilagare di povertà e fenomeno working-poors, tutti/e sanno più o meno leggere, scrivere, contare e possono trovare di che nutrirsi soli/e).

Il caso del Brasile di Lula ci permette 1 rapido ritorno in Francia (a Parti Socialiste Français). PSF ormai scomparso da tutti i radar, ovvero quasi assente da dibattito politico : iato creatosi tra
• Socialismo, riassunto in caso Lula a : condivisione + redistribuzione beni di prima necessità ; proto-industria inefficiente ; centralità di movimenti sindacali difesa diritti dei lavoratori ; analfabetismo ; fame ; povertà generalizzata (=mancanza di mezzi per educarsi, istruirsi, tirarsi fuori da povertà tramite ascensore sociale di meritocrazia e studio; …)
• e Progressismo, ovvero : Stato incubatore di start-up ; Stato stimola processo tecnologico, che diventa anche processo sociale e politico ; grandi investimenti in educazione (non solo di base); industria nuovo tipo, in cui lavoratore e suoi diritti individuali vengono prima di diritti specifiche categorie, vuoi masse, di lavoratori ; attenzione a regole comuni ispirate a libertà, giustizia sociale e solidarietà attiva « dal basso » (piuttosto che politiche fiscali discrezionali + o -redistributive )

Questo iato creatosi anche in Europa a fine secondo millennio (momento dei Blair, Schroeder, etc..) é probabilmente fattore che spiega scomparsa PSF. Parti Socialiste Français non ha saputo staccarsi da vecchi canoni Socialismo novecentesco e di fronte a :
• società Europea di terzo millennio profondamente evolutasi (rivoluzione digitale; individualizzazione rappresentanza politica e sindacale; attenzione a nuovi « enjeux politiques » come Tecnologia, Ambiente, Salute pubblica, etc..)
• incapacità di capire e integrare nuovi elementi propri a Progressismo a Stato Progressista
é letteralmente scomparso.

Veniamo quindi a America di Obama, dove :
• parola « Socialism » é considerata 1 specie d’insulto (politicamente parlando)
• Socialism é « insulto » alla stregua di « Libertarian »
• o peggio (se andiamo su razziale, gli americani, complice ricchezza lingua inglese, hanno grande talento per dare sfogo a più bassi istinti)
Obama é stato sicuramente presidente intellettuale, presidente con storia personale talmente forte (di mescolanza etnica, integrazione sociale, successo famigliare e personale > 1° direttore nero rivista Harvard Law School) che a volte sembra oscurare quasi il suo progetto politico.

Ma Obama (che : non é 1 industriale ; non ha lavorato per banche a servizio di produzione e di capitale ; due ruoli che dànno visione chiara dei rapporti di forza legati a divisione sociale lavoro e dell’industria come progresso) é stato vero presidente Progressista :
• protezione dell’Ambiente (che oltre a essere imperativo per tutti noi, é anche futuro di buona parte industrie innovatrici d’oggi)
• digitalizzazione di Stato, di Economia, di tutto (pure di Guerra : non s’impara nulla di nuovo notando che Facebook, Google, Amazon, … , sono diventate tali sotto Obama –primo presidente « social » della storia)
• nuove Tecnologie e Energia : oggi Stati Uniti totalmente autonomi per accesso a risorse energetiche quali petrolio e gaz (tra cui « chiste ») > perché Obama ha finanziato e regolamentato nuove tecniche d’esplorazione e produzione su suolo US (« gaz et pétrole de chiste »).

Economia Americana mai stata cosi’ bene come tra 2008 e 2016 (2 mandati Obama). Se escludiamo i 2 grandi errori di Obama (1. disimpegno brutale da Siria e Medio Oriente 2. non essersi accorto che ricchezze prodotte in US non adeguatamente ridistribuite lungo tutta catena del lavoro e del valore > Obamacare non é stato sufficiente), US hanno potuto riprendersi da enorme choc 2008 (i sub-prime) proprio perché Obama portava in sé questa visione di Progresso come :
• Educazione
• Collaborazione
• Condivisione della Conoscenza
• Innovazione incrementale
• Apertura al cambiamento e al mutamento (anche tecnologico, oltre che sociale)

La Nuova Zelanda non é lontana, ma esperienza politica Jacinda Ardern ancora troppo giovane e recente per poter anche solo tentare simili analisi (fatte per recenti governi, Lula, Obama e scomparsa PSF). Ma osserviamola, la Nuova Zelanda, perché, come Francia, é 1 di avamposti Progressismo Globale III millennio.

CC/Prima di conclusioni (rapide e degne di approfondimento ulteriore), ultima breve riflessione su relazione tra concetti di Stato, Progressismo, Socialismo e Partito. Si é detto che Partito é movimento politico nato spesso dal basso (per motivi talvolta elettorali), che poi si istituzionalizza (per gestire appunto Stato) ; oltre ad esempio En Marche in Francia, citiamo M5S in Italia.

Tuttavia, excursus su differenze tra movimento populista che, diventando partito e dovendo gestire Stato, diventa sovranista (M5S), e partito nato in seno a istituzioni repubblicane, che cerca mantenersi « in movimento » nonostante responsabilità acquisite con rappresentanza parlamentare e incarico di governo paese (La République En Marche), ci porterebbe ora lontani da domanda esistenziale e liminare : « Progressisti Globali : chi siamo e cosa ci unisce ? »

Proviamo quindi a rispondere a questa (prima) domanda fondamentale :
• risposta a « chi siamo » sempre complessa : siamo individui, e siamo parti di società complesse, per cui il « chi siamo veramente » passa da alcuni comportamenti che possiamo adottare, oppure no (impegnarci per un bene comune, ascoltare altri con benevolenza, affermare proprie idee e proprie convinzioni, agire insieme per fare cambiare cose e provare a renderle migliori ; in altre parole « progredire »)
• volendo andare oltre, si potrebbe dire : homo (e mulier) progressista é colui/colei che, contrariamente a liberali/libertari adepti del laissez faire/laissez passer, vuoi a sovranisti di « chiudiamoci, armiamoci e annoiamoci », tenta di governare inevitabili cambiamenti sociali verso un Futuro di « empowerement », ovvero rafforzamento, dei singoli individui (attraverso più educazione ; più tecnologia ; più partecipazione individuale a processi industriali, produttivi e politici ; più attenzione alla salute, individuale e anche pubblica ; più attenzione ad Ambiente – che é Bene di tutti/e)
• il/la responsabile politico/a progressista é chi governa il cambiamento e l’evoluzione sociale tramite politiche pubbliche solo in minima parte redistributive, ma in grande parte ispirate a grandi principi d’Educazione, Collaborazione, Condivisione della Conoscenza, Innovazione incrementale, Apertura al cambiamento e al mutamento, e –soprattutto- a rafforzamento (« empowerment ») degli individui in società complesse e digitali.

Cosa ci unisce, oggi, attorno a concetto di Progresso, é molto più di quello che ci separa (anche da socialisti, radicali, ambientalisti, cattolici sociali moderati): 1 sensibilità che parte da Socialismo Novecentesco, passando per Rivoluzione tecnologica, industriale (il Digitale Millennial) e da rafforzamento diritti individuali (economici, sociali e anche politici), per diventare 1 idea di Futuro meno ansiogeno, più aperto a cambiamento e a innovazione permanente, nella condivisione d’idee, obiettivi, visioni sociali e più sostenibili del mondo.

Parigi, 25 Luglio 2018
Rocco « Cesare » Ponzano